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L’Italia introduce nuovi obblighi di etichettatura per gli alimenti

Dal 19 aprile 2017 in Italia sarà obbligatorio inserire in etichetta l’indicazione dell’origine per i prodotti lattiero caseari di origine ovicaprina, bufalina o di altra origine animale. Da tale data, infatti, entrerà in vigore il decreto ministeriale 9 dicembre 2016 relativo all’indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattieri caseari, in attuazione del regolamento (UE) n. 1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori (GU n.15 del 19.01.2017).

Questo nuovo sistema consente di indicare con chiarezza ai consumatori la provenienza delle materie prime di molti prodotti come il latte UHT, il burro, lo yogurt, la mozzarella, i formaggi ed i latticini in genere.

Sulle confezioni del latte o dei prodotti da esso derivati dovrà essere indicato il “Paese di mungitura”, cioè il nome del Paese nel quale è stato munto il latte, e il “Paese di condizionamento o trasformazione”, cioè il nome del Paese in cui il prodotto è stato condizionato o trasformato il latte. Qualora il Paese di mungitura e condizionamento o trasformazione del latte o del latte usato come ingrediente sia lo stesso, l’indicazione in etichetta può essere, ad esempio, la seguente “Origine del latte: Italia”. Nel caso in cui le fasi di confezionamento e trasformazione avvengano nel territorio di più Paesi, diversi dall’Italia, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: (i) “latte di Paesi UE”, (ii) “latte condizionato o trasformato in Paesi UE” oppure, (iii) qualora le operazioni si realizzassero al di fuori dell’Unione europea, verrà usata la dicitura “Paesi non UE”.

Sono esclusi dalla presente normativa i prodotti DOP e IGP che hanno già disciplinari relativi anche all’origine e il latte fresco già tracciato.

Il Ministro Martina ha dichiarato:

Vogliamo garantire la massima tutela e trasparenza per consumatori e produttori. Con la sperimentazione dell’origine in etichetta, infatti, chi acquista potrà scegliere in modo informato e consapevole il Made in Italy, si tratta di una svolta storica che consente un rapporto nuovo tra gli allevatori, i produttori e i consumatori. L’Italia continuerà a spingere perché questo modello si affermi a livello europeo e per tutte le produzioni agroalimentari, perché è una chiave decisiva per la competitività e la distintivita’ dei modelli agricoli”.

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, inoltre, rende noto che il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto attuativo che reintroduce l’obbligo di indicare lo stabilimento di produzione o confezionamento in etichetta. L’obbligo era stato abrogato in seguito al riordino della normativa europea in materia di etichettatura alimentare ma verrà presto reintrodotto al fine di garantire, oltre che una corretta e completa informazione al consumatore, una migliore e immediata rintracciabilità degli alimenti da parte degli organi di controllo e, di conseguenza, una più efficace tutela della salute.

 

Giovanna Bagnardi

MedFish4Ever: impegno di dieci anni a tutela degli stock ittici del Mediterraneo

In data 30 Marzo 2017 è stata firmata la dichiarazione MedFish4Ever volta a tutelare gli stock ittici del Mediterraneo e la prosperità ecologica ed economica della regione. La dichiarazione è stata sottoscritta a Valletta, Malta, a conclusione di una conferenza ministeriale in cui il Commissario europeo per l’ambiente, affari marittimi e pesca, Karmenu Vella, ha incontrato i ministri e le delegazioni di otto Stati membri (Spagna, Francia, Italia, Malta, Slovenia, Croazia, Grecia, Cipro), sette paesi terzi (Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Turchia, Albania, Montenegro) e la Food and Agriculture Organization (FAO), per raggiungere una maggiore sostenibilità ambientale, economica e sociale della pesca nel Mediterraneo.

La dichiarazione MedFish4Ever di Malta è il risultato di un processo avviato dalla Commissione Europea a Catania nel febbraio 2016 e rappresenta un esempio concreto del successo della politica di vicinato dell’Unione Europea, stabilendo un programma di lavoro dettagliato per i prossimi dieci anni basato su obiettivi ambiziosi ma quanto mai concreti. La Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM) dirigerà lo sviluppo di sistemi nazionali di controllo e di sanzioni.

I punti salienti dell’accordo consistono in:

  • un’adeguata raccolta di dati e valutazioni scientifiche di tutti i principali stock del Mediterraneo, da effettuare entro il 2020;
  • un’elaborazione di piani di gestione pluriennali per le principali attività di pesca;
  • un’eradicazione della pesca illegale entro il 2020, garantendo che tutti gli Stati membri dispongano del quadro giuridico e delle capacità umane e tecniche necessarie per adempiere alle loro responsabilità in materia di controllo e d’ispezione;
  • un aiuto alle attività sostenibili di pesca e acquacoltura su piccola scala semplificando i meccanismi di finanziamento a favore di progetti locali.

ll Commissario Karmenu Vella, ha dichiarato: “La firma della dichiarazione MedFish4Ever di Malta sancisce la nostra volontà politica di realizzare azioni concrete nel settore della pesca e di altre attività che hanno un impatto sulle risorse alieutiche, dell’economia blu, dell’inclusione sociale e della solidarietà tra le sponde nord e sud del Mediterraneo. Spero che questa dichiarazione sia vista come una svolta verso un futuro migliore per i pescatori, le comunità costiere e le risorse della pesca.”

 

Per ulteriori informazioni si veda il comunicato stampa.

 

Giovanna Bagnardi

Startup e innovazione nel settore agroalimentare: la ricerca dell’Osservatorio Smart AgriFood

L’Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano e dell’Università degli Studi di Brescia ha realizzato una ricerca dedicata al ruolo delle Startup nell’ambito dell’innovazione del settore agroalimentare. Tali giovani realtà imprenditoriali, del resto, assumono un ruolo di crescente importanza, come dimostra il continuo aumento di soluzioni tecnologiche da queste sviluppate, e dedicate – soltanto per citare alcuni esempi – all’agricoltura e alla zootecnia di precisione, alla tracciabilità degli alimenti, alla protezione delle produzioni di qualità dalla contraffazione, al miglioramento costante della qualità del cibo che i consumatori portano in tavola.

La ricerca si è sviluppata in primis attraverso la mappatura delle Startup italiane e internazionali attive sui temi dell’innovazione digitale nella filiera agroalimentare. Il censimento ha portato all’identificazione di circa 482 realtà, categorizzate secondo differenti parametri (ad esempio: componenti del business model, soluzioni tecnologiche, entità dei finanziamenti ricevuti).

Analisi specifiche sono state quindi realizzate sulle 182 Startup internazionali finanziate. Dai risultati (presentati durante il workshop “La spinta innovativa delle Startup AgriFood”) emerge che la maggior parte delle Startup realizza soluzioni dedicate all’agricoltura di precisione e alla qualità alimentare. Interessanti i dati sul nostro Paese: a differenza di quanto avviene in altri ambiti, come turismo e finanza, nell’agroalimentare l’Italia si ritrova ad occupare un ruolo di rilievo, ospitando l’11% delle Startup censite.

Per leggere i risultati della ricerca: http://www.internet4things.it/smart-agrifood/start-up-e-innovazione-i-trend-del-mercato-agrifood-tra-agricoltura-di-precisione-iot-e-big-data/

 

Angela Valente

I brevetti per invenzioni e modelli di utilità acquistati da una società fallita sono ammissibili per il bonus R&S

L’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti in merito alla possibilità di fruire del credito d’imposta per l’attività di ricerca e sviluppo (art. 3 del DL 145/2013) con riferimento ai costi sostenuti da una società che svolge attività di ricerca e sviluppo per l’acquisto di un “lotto” comprensivo di brevetti per invenzione e modelli di utilità, di marchi e disegni da una società fallita. Per l’acquisto di tale “lotto” la società istante ha pagato un prezzo complessivo.

In particolare, con la risoluzione n. 19 del 14 febbraio 2017 è stato chiarito che:

  1. sono agevolabili i brevetti per invenzione e per modelli di utilità, solo se essi funzionali e connessi al progetto di ricerca e sviluppo, in corso di svolgimento, da parte della società e per il quale la stessa intende fruire del credito d’imposta; non possono invece essere ammessi all’agevolazione i marchi d’impresa e i disegni come previsto dall’art. 3, comma 6 del DL 145/2013 (la risposta è stata resa dal Ministero dello Sviluppo Economico interpellato dalla stessa Agenzia);
  2. sono ammissibili all’agevolazione i costi sostenuti per l’acquisizione di privative da soggetti terzi, anche da un fallimento di altra società;
  3. al fine di determinare la spesa ammissibile per il calcolo del credito di imposta, la società dovrebbe individuare la spesa attribuibile a ciascun bene immateriale facente parte del “lotto” acquistato dalla società fallita; non conoscendo il costo di acquisto dei singoli beni immateriali ricompresi nel “lotto”, l’Agenzia suggerisce di adottare un criterio di ripartizione fondato sull’incidenza percentuale del valore normale del singolo bene rispetto al valore normale complessivo del lotto di beni acquistato. I valori di stima adottati devono risultare da una relazione di stima al fine di un eventuale controllo.
  4. gli investimenti realizzati dalla società fallita per le privative in oggetto, non possono essere imputati ai fini del calcolo della media di riferimento (la circolate n. 5/2016 ha precisato che occorre considerare la “media aritmetica degli investimenti realizzati nei tre periodi di imposta precedenti a quello di prima applicazione”) della società istante.

 

Angela Valente

© 2017 Studio Legale De Berti Jacchia Franchini Forlani

Industria 4.0: il MISE fornisce i primi chiarimenti sull’iperammortamento

Il MISE ha pubblicato sul proprio sito internet (http://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/incentivi/impresa/iper-e-super-ammortamento) alcune risposte ai primi quesiti giunti in ordine alla applicazione della maggiorazione del 150% (iperammortamento).

Estremamente favorevole appare il chiarimento relativo al software, secondo cui se un bene digitale incluso in quelli agevolabili con l’iperammortamento secondo l’allegato A contenuto nella legge bilancio 2017 (bene “Industria 4.0”) viene acquistato a un prezzo unitario comprensivo del software necessario per il suo funzionamento (software embedded), l’intero corrispettivo potrà beneficiare della maggiorazione fiscale del 150 per cento.

In ordine all’atteso chiarimento relativo al concetto di “interconnessione” è stato poi spiegato che un bene “Industria 4.0” può essere definito interconnesso alla presenza di due requisiti:

  • deve scambiare informazioni con sistemi interni (ad esempio altre macchine dello stabilimento, sistema gestionale, sistemi di pianificazione, sistemi di progettazione e sviluppo del prodotto, monitoraggio, anche in remoto, e controllo,etc.) o esterni (clienti, fornitori partner nella progettazione e sviluppo collaborativo, altri siti di produzione, supply chain, ecc.) per mezzo di un collegamento basato su specifiche documentate, disponibili pubblicamente e internazionalmente riconosciute (esempi: TCP-IP, HTTP, MQTT, ecc.);
  • deve essere riconoscibile in modo univoco tramite un indirizzo IP.

Risposte più restrittive sono state invece fornite in relazione ai seguenti temi:

  • un bene strumentale “Industria 4.0” consegnato nel 2016 non può usufruire della maggiorazione del 150% in quanto il periodo agevolato scatta solo a partire dal 2017. Tuttavia può beneficiare della maggiorazione del 40% (superammortamento previsto dalla Legge di Stabilità 2016). Lo stesso discorso vale anche se il bene strumentale, acquistato nel 2016, entra in funzione ed è interconnesso nel 2017;
  • l’ acquisto di software (indicato nell’Allegato B della Legge di Bilancio 2017) effettuato nel 2017, può beneficiare della maggiorazione del 40% solo a condizione che l’impresa usufruisca al tempo stesso dell’ iperammortamento al 150%, indipendentemente dal fatto che il bene immateriale sia o meno specificatamente riferibile o collegato al bene materiale agevolato;
  • la perizia giurata sull’ interconnessione, necessaria per i beni di valore superiore a 500.000 Euro, deve essere fatta per singolo bene acquisito.

 

Angela Valente

© 2017 Studio Legale De Berti Jacchia Franchini Forlani

Intervista a S.E. Robert Rydberg, Ambasciatore di Svezia

Le strette relazioni tra De Berti Jacchia Franchini Forlani e i Paesi scandinavi, rafforzate anche dalla attiva presenza dell’avvocato Marco Frazzica, partner dello studio e console generale onorario di Svezia a Milano, consentono a De Berti Jacchia Franchini Forlani, ormai da diversi anni, di essere considerato uno dei punti di riferimento per le imprese appartenenti a quell’area.

In quest’ottica, lo studio ha il piacere di condividere l’intervista a S.E. Robert Rydberg, Ambasciatore di Svezia in Italia pubblicata dal giornale economico finanziario Tribuna Economica dello scorso 6 febbraio.

 

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Reti d’impresa ed e-commerce agroalimentare: ultima chiamata per il credito d’imposta 2016

Tempi stretti per le domande relative all’attribuzione del credito di imposta per gli investimenti delle reti di imprese agricole e agroalimentari e per il commercio elettronico di prodotti agroalimentari. Lo rammenta, con un comunicato stampa del 17 febbraio 2017, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (“Mipaaf“), confermando che anche per quest’anno il termine entro il quale sarà possibile presentarle, va dal 20 al 28 febbraio 2017.

Molto ampio il perimetro delle spese agevolabili e altrettanto estesa la platea dei soggetti interessati; si tratta, infatti, delle a) piccole e medie imprese (“PMI”) come definite nell’allegato I, articolo 2, del regolamento (UE) n. 702/2014 e imprese diverse dalle PMI, attive nella produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, della pesca e dell’acquacoltura compresi nell’Allegato I del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (“TFEU”); b) PMI, come definite nell’allegato I del Regolamento (UE) n. 651/2014, attive nella trasformazione e commercializzazione dei prodotti agroalimentari, della pesca e dell’acquacoltura non compresi nel predetto Allegato I del TFEU.

In linea generale, occorre rammentare che in entrambe le misure agevolative, il credito d’imposta deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta per il quale è concesso ed è utilizzabile esclusivamente in compensazione. Tale credito, comunque, non concorre alla formazione del reddito e del valore della produzione ai fini IRAP e non rileva ai fini del rapporto di cui agli articoli 61 e 109, comma 5, del Tuir.

In vista delle scadenze può dunque essere utile ripercorrere in sintesi i tratti salienti delle misure agevolative in parola alla luce dei chiarimenti forniti dal Mipaaf (Cfr. Circolari del 17/10/2016 prot. nn. 76690 e 76689).

 

INVESTIMENTI DELLE RETI DI IMPRESE AGRICOLE E AGROALIMENTARI

È riconosciuto un credito di imposta nella misura del 40% delle spese per nuovi investimenti sostenuti nel periodo di imposta dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2016 per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie, nonché la cooperazione di filiera e comunque non superiore a 400.000 euro (Cfr. art. 3, comma 3 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91).

Le spese agevolabili, più in particolare, riguardano i costi per l’acquisto, la costruzione o il miglioramento dei beni immobili e l’acquisto di beni strumentali mobili, come ad esempio attrezzature e strumentazioni necessari per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie, e per la cooperazione di filiera, ma anche le spese professionali relative alla costituzione della rete, quelle per software e hardware funzionali al progetto di rete, i costi di promozione, comunicazione e pubblicità, i costi di ricerca e sviluppo e quelli per beni immateriali (marchi, brevetti, licenze, diritti) e i costi per la formazione.

Ai fini dell’agevolazione è richiesto che i pagamenti delle forniture devono essere stati effettuati esclusivamente attraverso bonifico bancario o altri strumenti di pagamento tracciabili, apponendo sulla fattura la dicitura “spesa di euro _____ dichiarata ai fini della concessione del credito d’imposta previsto a valere sul Dm 13 gennaio 2015, n. 272”.

Si ricorda anche che la domanda per le spese agevolabili del 2016 può essere presentata dalle imprese aderenti ad un contratto di rete già costituito al momento della presentazione della domanda e che tale domanda deve essere inoltrata dall’impresa capofila e sottoscritta da tutte quelle partecipanti. Inoltre, unitamente ad essa occorre allegare l’attestazione nella quale si dichiara l’effettività del sostenimento delle spese e la loro destinazione per la realizzazione del programma comune di rete; copia del contratto di rete in essere. Tutti i documenti richiesti devono essere redatti su modelli predisposti dal Mipaaf e disponibili sul sito www.politicheagricole.it.

 

COMMERCIO ELETTRONICO DI PRODOTTI AGROALIMENTARI

In questo caso l’agevolazione consiste in un credito di imposta nella misura del 40% delle spese per nuovi investimenti sostenuti e comunque non superiore a 50.000 euro, nel periodo di imposta dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2016, per la realizzazione e l’ampliamento di infrastrutture informatiche finalizzate al potenziamento del commercio elettronico (Cfr. art. 3, comma 1 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91).

È utile ricordare che sono agevolabili tutte le spese sostenute per la realizzazione e l’ampliamento di infrastrutture informatiche finalizzate all’avvio e allo sviluppo del commercio elettronico. Trattasi, più in dettaglio di: dotazioni tecnologiche, software, progettazione e implementazione, sviluppo di database e sistemi di sicurezza.

Analogamente a quanto previsto per le reti d’impresa, i pagamenti devono essere stati effettuati esclusivamente attraverso bonifico bancario o altri strumenti di pagamento tracciabili, apponendo sulla fattura la dicitura “spesa di euro _____ dichiarata ai fini della concessione del credito d’imposta previsto a valere sul Dm 13 gennaio 2015, n. 272”.

Con riguardo alle imprese interessate, va detto che la domanda per le spese agevolabili del 2016 può essere presentata dalle imprese, anche costituite in cooperative o riunite in consorzi, che producono prodotti agricoli, agroalimentari, della pesca e dell’acquacoltura. Inoltre, nella domanda è necessario specificare il codice dell’attività prevalente dichiarata dall’impresa ai fini IVA, il tipo di impresa, il costo complessivo degli investimenti e l’ammontare delle singole spese ammissibili, l’effettività delle spese sostenute e della destinazione, nonché il credito di imposta spettante. Anche in questo caso, tutti i documenti richiesti devono essere redatti su modelli predisposti dal Mipaaf e disponibili sul sito www.politicheagricole.it.

 

Alessandro Foti

© 2017 Studio Legale De Berti Jacchia Franchini Forlani

Prodotto Food: De Berti Jacchia Franchini Forlani premia Parmareggio

Si è tenuta settimana scorsa, giovedì 16 febbraio, la premiazione della terza edizione del PRODOTTO FOOD un conferimento dedicato a valorizzare le realtà imprenditoriali che più hanno puntato sulla Ricerca & Sviluppo e hanno saputo rispondere con l’innovazione alle richieste del consumatore moderno.

Presente sul palco per conferire il premio “innovazione” Massimiliano Gazzo, partner e responsabile dell’area tax di De Berti Jacchia Franchini Forlani, lo studio che ormai da qualche anno ha lanciato l’Osservatorio DBJWatch con la finalità proprio di monitorare l’innovazione e supportare le aziende più meritevoli sotto il profilo della capacità di innovare che operano nel mondo del food e del turismo.


Massimiliano Gazzo
: “L’anno scorso noi per primi abbiamo premiato 2 start up e 1 progetto di impresa. Quest’anno, perfettamente in linea con lo scopo con cui è nato l’Osservatorio –e cioè essere un luogo che sia chiamato “casa” per chiunque sta lavorando per costruire innovazione in due settori chiave della nostra economia e identità: il buon cibo e l’accoglienza– siamo stati felici di premiare un’azienda come Parmareggio”.

Durante l’evento si è anche parlato delle nuove opportunità garantite da driver fiscali a supporto dell’innovazione che coinvolgono il ciclo completo delle attività interne alle aziende: dalla ricerca e sviluppo al prodotto finito attraverso l’innovazione di processo, la valorizzazione degli intangibles (basti pensare al patent box) e gli investimenti in nuovi impianti.

Continua Gazzo: “Proprio in riferimento a quest’ultima opportunità, quest’anno continuiamo a supportare le aziende che intendono innovare cercando di rendere più semplice il percorso per poter beneficiare dei rilevanti incentivi fiscali connessi al progetto di Industria 4.0 sviluppato in ambito governativo. E’ fondamentale portare le imprese a conoscenza di questi temi: noi abbiamo già prodotto un primo alert e stiamo organizzando l’evento  “Industria 4.0: investimenti, produzione e innovazione” previsto la prima settimana di aprile in collaborazione con consulenti aziendali e docenti universitari”.

Approvato dal CDM il piano strategico del turismo 2017-2022

È stato approvato dal Consiglio dei ministri in via definitiva il Piano Strategico del Turismo 2017-2022 che traccia le linee guida per lo sviluppo di un settore valutato in 171 miliardi di euro (pari all’11,8% del Pil e al 12,8% dell’occupazione).

Con l’avallo del CdM si passa dunque alla fase operativa del rilancio della leadership italiana sul mercato turistico mondiale.

Elaborato dal Comitato Permanente per la promozione del turismo con il coordinamento della Direzione Generale Turismo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – MiBACT, il Piano promuove una nuova modalità di fruizione turistica del patrimonio del nostro Paese, basata sul rinnovamento e ampliamento dell’offerta turistica delle destinazioni strategiche e sulla valorizzazione di nuove mete e nuovi prodotti, per accrescere il benessere economico, sociale e sostenibile e rilanciare così, su basi nuove, la leadership dell’Italia sul mercato turistico internazionale.

Per perseguire tali obiettivi nell’orizzonte temporale fissato in sei anni, il Piano agisce su leve fondamentali come l’innovazione tecnologica e organizzativa, la capacità di adattamento alle trasformazioni del mercato, la valorizzazione del patrimonio territoriale e culturale, l’adeguamento delle competenze, le condizioni favorevoli per le attività imprenditoriali.

Con l’approvazione del Piano comunque il Governo ha dato una prima risposta concreta alle perplessità manifestate al World Economic Forum’s 2016 nell’ambito del quale il nostro Paese è stato collocato al 44° posto della classifica mondiale sulla competitività (The Global Competitiveness Index 2016–2017) a fronte della valutazione delle performance di altri 137 Paesi sulla base di fattori quali Istituzioni, Infrastrutture, Efficienza del mercato del lavoro, Sviluppo del mercato finanziario ed Innovazione. Una nota positiva deve registrarsi con riguardo a quest’ultimo fattore, nel quale il nostro Paese intende drenare parecchie risorse, e per il quale ha guadagnato una speciale menzione nel Global Information Technology Report 2016.

Sotto il profilo dell’innovazione tecnologica, questo Piano di sviluppo si può collocare idealmente all’interno del più ampio programma promosso dal Governo con il Piano triennale Industria 4.0.  Con quest’ultimo, tra gli altri, sono incentivate le imprese che investono in beni strumentali nuovi, in beni materiali e immateriali (software e sistemi IT) funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi. Tra i tanti vantaggi meritano di essere menzionati l’Iperammortamento: ossia la supervalutazione del 250% degli investimenti in beni materiali nuovi, dispositivi e tecnologie abilitanti la trasformazione in chiave 4.0 acquistati o in leasing; ed il Superammortamento: supervalutazione del 140% degli investimenti in beni strumentali nuovi acquistati o in leasing. Benefici questi che vale la pena ricordare sono cumulabile con altri quali ad esempio la Nuova Sabatini, il Credito d’imposta per attività di Ricerca e Sviluppo, il Patent Box, gli Incentivi alla patrimonializzazione delle imprese (ACE), gli Incentivi agli investimenti in startup e PMI innovative, il Fondo Centrale di Garanzia.

Si tratta quindi di una grande occasione per tutte le aziende che vogliono cogliere le opportunità legate anche alla quarta rivoluzione industriale. Per saper cogliere la sfida dell’innovazione è però opportuno che i player del settore turistico valutino fin da subito il grado e le potenzialità di innovazione della propria attività onde poter comprendere quali e quanti benefici, principalmente ma non solo fiscali, potranno ritrarre dall’evoluzione del proprio business in un’ottica 4.0.

 

Il Piano è consultabile al seguente indirizzo: clicca qui

 

Alessandro Foti

© 2017 Studio Legale De Berti Jacchia Franchini Forlani