Con 374 voti in favore, 225 voti contrari e 102 astensioni, il Parlamento europeo (“PE”) ha approvato una risoluzione non vincolante con la quale si chiede alla Commissione europea di procedere al rinnovo dell’autorizzazione sul mercato del glifosato solo per altri 7 anni, invece dei 15 originariamente previsti. Inoltre, la Commissione non dovrebbe approvare nessun uso del glifosato se non quello professionale.
Il glifosato è una sostanza attiva ampiamente utilizzata tra i diserbanti. Brevettata nei primi anni ’70, è stata introdotta sul mercato nel 1974 come un erbicida ad ampio spettro ed è presto diventato una delle sostanze più vendute. Allo scadere del brevetto, nel 2000, il glifosato è stato commercializzato da molteplici aziende e diverse centinaia di prodotti fitosanitari contenenti glifosato sono attualmente registrati in Europa per l’utilizzo nel settore agricolo.
La risoluzione definisce come “inaccettabile” l’uso di glifosato in una pratica agricola conosciuta come “disseccamento” (green burndown), ossia l’uccisione della coltura stessa prima del raccolto, in modo da accelerarne la maturazione e facilitarne la raccolta. Detta pratica comporta, tra l’altro, una maggiore esposizione alimentare umana.
Gli europarlamentari invitano inoltre la Commissione a presentare un nuovo progetto di decisione che tenga maggiormente conto dell’utilizzo sostenibile degli erbicidi contenenti glifosato e a lanciare una revisione indipendente della tossicità e della classificazione del glifosato, sulla base non solo dei dati relativi alla sua cancerogenicità, ma anche sulle possibili proprietà di interferenza endocrina.
Spetterà agli esperti nazionali del Comitato permanente per le piante, gli animali e i mangimi (sezione fitosanitari) (PAFF) votare per approvare o respingere la proposta della Commissione a maggioranza qualificata. Se tale maggioranza non sarà raggiunta, il compito di decidere spetterà alla Commissione europea.
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