Glifosato: la Commissione europea propone la strada da seguire

A seguito delle richieste da parte del Parlamento europeo e di vari governi nazionali circa i rischi alla salute provocati dall’uso del glifosato in agricoltura, che domandavano alla Commissione di procedere al rinnovo dell’autorizzazione sul mercato del glifosato per un periodo di 7 anni (invece dei 15 originariamente previsti), in data 1° giugno 2016 il Commissario per la Sanità e la Sicurezza Alimentare Vytenis Andriukaitis ha annunciato che, nonostante la maggioranza degli Stati membri sia in favore del rinnovo, non è stata ancora raggiunta la maggioranza qualificata.

Le decisioni in merito al glifosato sono basate su una valutazione svolta dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e, prima di questa, dall’Istituto federale tedesco di valutazione dei rischi (Bundesinstitut für Risikobewertung). Entrambe hanno concluso che è improbabile che il glifosato sia cancerogeno.

È stato sottolineato dal Commissario Andriukaitis che l’approvazione europea per l’uso di una sostanza attiva implica solo che gli Stati membri hanno la facoltà, e non l’obbligo, di autorizzare l’utilizzo di prodotti fitosanitari sul proprio territorio. Gli Stati membri che non vogliono usare prodotti in cui è contenuto il glifosato hanno pertanto la possibilità di limitarne l’utilizzo.
Tuttavia, in mancanza di un’approvazione a livello europeo, gli Stati membri non hanno più tale scelta: con la scadenza dell’autorizzazione in data 1° luglio 2016, essi saranno obbligati a ritirare le autorizzazioni di prodotti fitosanitari contenenti glifosato dal proprio mercato.

In attesa di una valutazione scientifica dell’ECHA (Agenzia dell’Unione europea per i prodotti chimici) sulla cancerogenicità del glifosato che dovrà dissipare i restanti dubbi, è stato chiesto alla Commissione di esperti di votare per una limitata estensione dell’attuale autorizzazione di tale sostanza.
Al di là di queste misure immediate, la Commissione sta inoltre preparando una seconda decisione, volta a rivedere le condizioni d’uso del glifosato. Questa decisione include tre specifiche raccomandazioni agli Stati membri: (i) bandire un co-formulante chiamato POE–tallowamine dai prodotti contenenti glifosato; (ii) ridurne al minimo l’uso nei parchi pubblici, campi da gioco e giardini pubblici; (iii) ridurne al minimo l’uso pre-raccolta.

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Giovanna Bagnardi

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Il Parlamento europeo chiede una limitazione all’uso del glifosato in agricoltura

Con 374 voti in favore, 225 voti contrari e 102 astensioni, il Parlamento europeo (“PE”) ha approvato una risoluzione non vincolante con la quale si chiede alla Commissione europea di procedere al rinnovo dell’autorizzazione sul mercato del glifosato solo per altri 7 anni, invece dei 15 originariamente previsti. Inoltre, la Commissione non dovrebbe approvare nessun uso del glifosato se non quello professionale.

Il glifosato è una sostanza attiva ampiamente utilizzata tra i diserbanti. Brevettata nei primi anni ’70, è stata introdotta sul mercato nel 1974 come un erbicida ad ampio spettro ed è presto diventato una delle sostanze più vendute. Allo scadere del brevetto, nel 2000, il glifosato è stato commercializzato da molteplici aziende e diverse centinaia di prodotti fitosanitari contenenti glifosato sono attualmente registrati in Europa per l’utilizzo nel settore agricolo.

La risoluzione definisce come “inaccettabile” l’uso di glifosato in una pratica agricola conosciuta come “disseccamento” (green burndown), ossia l’uccisione della coltura stessa prima del raccolto, in modo da accelerarne la maturazione e facilitarne la raccolta. Detta pratica comporta, tra l’altro, una maggiore esposizione alimentare umana.

Gli europarlamentari invitano inoltre la Commissione a presentare un nuovo progetto di decisione che tenga maggiormente conto dell’utilizzo sostenibile degli erbicidi contenenti glifosato e a lanciare una revisione indipendente della tossicità e della classificazione del glifosato, sulla base non solo dei dati relativi alla sua cancerogenicità, ma anche sulle possibili proprietà di interferenza endocrina.

Spetterà agli esperti nazionali del Comitato permanente per le piante, gli animali e i mangimi (sezione fitosanitari) (PAFF) votare per approvare o respingere la proposta della Commissione a maggioranza qualificata. Se tale maggioranza non sarà raggiunta, il compito di decidere spetterà alla Commissione europea.

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